Il riciclo degli scarti di imballaggio è un tema ‘caldo’, tanto più oggi, che l’Italia e l’Europa stanno vivendo una fase di transizione ecologica.

 

I dati sul riciclo sono da un lato sconfortanti e dall’altro abbastanza incoraggianti, perché dimostrano che l’Europa è ancora ‘dipendente’ dalla plastica, ma anche che il riciclo di questo materiale è in aumento. 

 

Ognuno è chiamato a fare la sua parte, anche a livello aziendale, dove il riciclo degli scarti di imballaggio può fare la differenza, in quanto i numeri, in termini di utilizzo del materiale, sono importanti.

 

Per questo abbiamo scelto, in linea con la nostra Etica Ambientale, di attivare un programma di riciclo speciale relativo agli scarti di imballaggio che quotidianamente ci troviamo a stoccare nel nostro stabilimento.

 

riciclo packaging zd

Le diverse fasi del riciclo degli scarti di packaging.

Lo scenario degli scarti di imballaggio

 

Per capire l’impatto degli scarti di imballaggio servono alcuni dati che fotografano la realtà italiana ed europea del settore.

 

Secondo PlasticsEurope, nel 2019 l’Europa ha prodotto 58 milioni di tonnellate di plastica, ovvero il 16% della produzione globale.

 

La maggiore consapevolezza dei rischi legati alla plastica, soprattutto alla produzione massiva di oggetti ‘usa e getta’, ha spinto l’Unione Europea ad agire, sia limitando la produzione, che incentivando il riciclo e il riutilizzo di questo materiale.

 

Perchè il punto è questo: la plastica viene utilizzata principalmente per il “packaging”, tanto che il 40% della produzione ha questo scopo e il 94% dei rifiuti urbani è costituito da imballaggi di plastica.

 

Le azioni messe in campo dall’Europa sono contenuto nel  pacchetto sull’economia circolare che contiene obiettivi importanti (e ambiziosi) sul riciclo della plastica, tra cui la previsione di riuscire a riciclare il 50% degli imballaggi di plastica entro il 2025 e del 55% entro il 2030.

 

Le misure presenti nel pacchetto sono state recepite in Italia nel decreto legislativo 116/2020 che contiene norme specifiche per prevenire la produzione dei rifiuti da involucri, compresa la plastica, più l’incentivo a riutilizzarli e riciclarli.

 

rifiuti plastica

 

Come dicevamo, i dati sono da un lato sconfortanti e dall’altro incoraggianti.

 

Sono sconfortanti se consideriamo che la produzione degli imballaggi in plastica è aumentata del 9% negli ultimi anni, dove il 63% del totale degli imballaggi di plastica è destinato all’uso domestico, mentre il 37% al commercio e all’industria. 

 

Al contempo, i dati sull’inquinamento da plastica nel report Ocse evidenziano che, solo nel 2019, sono stati dispersi nell’ambiente 22 milioni di tonnellate di materie plastiche. 

 

L’88% è costituito da macroplastiche, ovvero più grandi di 5 millimetri e questa dispersione è dovuta principalmente a una raccolta e a uno smaltimento inadeguati del materiale.

 

Questi sono i dati sconfortanti, ma sono anche il punto di partenza da cui iniziare a ragionare, per cercare di limitare il più possibile il problema.

 

Perché i dati incoraggianti ci sono e dimostrano che nel nostro Paese c’è chi si impegna a tagliare i ponti con il passato e a lavorare con una visione di rispetto dell’ambiente.

 

Sono, infatti, oltre 2 milioni le tonnellate di plastica che sono state riciclate o recuperate fino al 2019 . 

 

Il 2020 ha segnato una sorta di ‘buco nero’, ma i dati del 2021 parlano di 800mila tonnellate di polimeri riciclati prodotti a partire da scarti post-consumo nel 2021 ( +17%) (Fonte Plasticonsult per Assorimap).

 

riciclo plastica

La plastica trattata.

 

Come avviene il riciclo degli scarti di imballaggi plastici?

 

I rifiuti plastici possono essere recuperati a scopi energetici se generano potere calorifero, oppure attraverso il riciclo chimico.

 

In sostanza, vengono trasformati in materie prime o in prodotti secondari attraverso una modifica sostanziale della struttura chimica del materiale plastico. 

 

I dati sull’impegno a riciclare, che sono una notizia incoraggiante, sono quindi in aumento in Italia e in questo scenario si inserisce la nostra scelta di attivare il riciclo degli imballaggi di plastica.

 

Si tratta di un servizio per cui ci appoggiamo a un’impresa che, attraverso vari processi, trasforma gli scarti di plastici di imballaggio in sacchetti per la raccolta differenziata.

 

Questo servizio è certificato EuCertPlast, realtà che ha l’obiettivo di incoraggiare i processi di riciclaggio della plastica rispettosi  dell’ambiente, attraverso la loro standardizzazione.

 

Questa certificazione si basa sulla tracciabilità delle materie plastiche (durante l’intero processo di riciclaggio e la catena di approvvigionamento) e sulla qualità del contenuto riciclato nel prodotto finale.

 

 

 

riciclo scarti di imballaggio

Una fase del processo di riciclo degli imballaggi.

 

riciclaggio packaging industriale

Il risultato del processo di riciclo degli scarti di packaging: sacchetti riutilizzabili.

Benefici per tutti

 

La scelta di attivare il riciclo degli scarti di imballaggio rappresenta sicuramente un costo, ma riserva benefici per tutti.

 

  • Per l’ambiente, in quanto conosciamo i danni che i rifiuti plastici possono generare a livello di inquinamento del suolo, delle acque e anche dell’aria;

 

  • Per le persone, perché è tempo di spezzare le malsane e pericolosissime abitudini di abbandonare i rifiuti al loro destino, o addirittura di nasconderli come la cronaca purtroppo ci racconta;

 

  • Per lo sviluppo artigianale e industriale, perché riciclare gli scarti di imballaggio genera una catena virtuosa di lavoro;

 

  • Per la nostra impresa, perchè questo servizio snellisce diverse operazioni, generando un ambiente più salubre per tutti in azienda e offrendo agli operatori la possibilità di dedicarsi ad operazioni di più alto valore.

 

Per maggiori informazioni sulla nostra attività contattaci qui.

 

ALTRE FONTI

Economiacircolare.com